Quante volte hai scoperto di mangiare senza avere fame, pochi minuti dopo esserti alzata da tavola, solo per la impellente necessità di masticare di riempire la bocca.
È una sensazione difficile da spiegare. Solitamente è un fare a cui si preferisce dedicare pochi pensieri, come se fosse un’azione sporca, vergognosa. È un farsi beccare con le mani nella marmellata… da se stessi.
Le mani nella marmellata. Quante volte ci hanno beccato a fare un qualcosa di proibito, di moralmente riprovevole, di socialmente inadeguato. La conseguenza è quella voglia intensa di nascondersi, di nascondere tutto, di negare a se e agli altri di aver commesso il reato. La colpa è quella che ci assale, la certezza di essere giudicati negativamente diventa avvolgente. L’unica via di fuga è nascondere la testa nella sabbia, cercare di dimenticare.
La fame nervosa è una sensazione viscerale che spinge all’azione di mangiare senza che alla base ci sia una necessità di riempire lo
stomaco.
La fame nervosa è un comportamento che ha a che fare con l’alimentarsi, ma ha motivazioni che, non essendo esclusivamente nutritive,
si riferiscono all’area emotiva o, più in generale, del sistema nervoso.
Fame nervosa non indica quindi solo il mangiare perché sono nervoso, agitato, teso, ma, più estesamente, mangiare su una spinta emotiva (il termine anglo-americano per descrivere tale situazione è infatti “emotional eating”).